Era digitale+autore

 La cultura nell'era digitale 


La nascita di nuovi strumenti di comunicazione, i cosiddetti "new media", tutti incentrati sull'uso del computer e delle sue applicazioni: Internet, posta elettronica ecc. Ciò ha aperto nuove strade per la circolazione delle idee e delle conoscenze, e per i processi di apprendimento/insegnamento a essa collegati.

Inoltre, i libri in formato cartaceo, tradizionali supporti di attività come la lettura e lo studio, vengono affiancati dagli e-book, versioni digitali dei testi diffuse liberamente sulla rete o scaricabili a pagamento. Questo fenomeno ha modificato sensibilmente la pratica della lettura: il libro non è Più l'oggetto fisico che ci appartiene in maniera esclusiva, spesso personalizzato con scritte o altre modalità di utilizzo, ma uno strumento più asettico e impersonale, in cui però la perdita di valore affettivo viene compensata dall'acquisizione di nuove forme di fruizione: il testo elettronico permette infatti collegamenti ipertestuali, ricerca automatica di passi e citazioni e così via. 

Anche l'attività di studio e di ricerca tradizionalmente legata ai libri e alle enciclopedie è progressivamente mutata: come fonte di nuove informazioni o di approfondimento delle proprie conoscenze, specialmente tra i giovani, viene utilizzato il web e molti siti hanno pertanto creato apposite enciclopedie digitali, periodicamente aggiornate, in cui è possibile, in modo pratico e veloce, cercare i dati di cui si ha bisogno.

E' bene ricordare che si tratta di una modalità di studio e di ricerca non scevra di rischi: specialmente per lo studente inesperto, è infatti piuttosto difficile districarsi tra la molteplicità di informazioni disponibili in rete, si parla a questo proposito di information overload, ovvero sovraccarico di informazioni, e soprattutto vagliarne il diverso grado di validità e affidabilità. In realtà si rimanda a un universo culturale "acefalo", dove tutti parlano, ma in cui non si sa chi veramente sia l'autore di ciò che si legge o si ascolta. 



Che fine ha fatto l'autore?


"Fine dell'autore' inteso come colui che detiene il monopolio materiale e morale delle idee e delle conoscenze che circolano nell'universo culturale.A questa stessa considerazione riguardo al sistema culturale attuale siamo però condotti anche per un'altra via. L'avvento delle tecnologie digitali ha infatti reso possibile ciò che nelle epoche precedenti era precluso, ossia la riproduzione di un'opera in un numero potenzialmente infinito di copie perfette: la copia elettronica di un libro, di un brano musicale o di un video "è" quell'opera tanto quanto l'originale da cui è stata tratta. 

Il fenomeno apre questioni spinose sia da un punto di vista etico sia da un punto di vista legale, principalmente in rapporto al problema del diritto d'autore (o copyright). Con questa formula si indica il fatto che le legislazioni dei vari paesi riconoscono all'autore di un'opera (letteraria, musicale, pittorica) una posizione giuridica privilegiata nei confronti della sua creazione, attribuendogli la facoltà esclusiva di diffonderla e sfruttarla economicamente. È evidente che le moderne tecnologie informatiche - e in particolare i sistemi di condivisione dei file, grazie ai quali gli utenti possono scambiarsi via Internet brani musicali, film e prodotti analoghi (sistemi peer-to-peer) — mettono oggi in discussione il principio giuridico del diritto d'autore. 

In opposizione ai sostenitori del copyright è nato, in ambito informatico, un movimento di pensiero detto del software libero (free software). Questo movimento, che fa capo a diversi studiosi, tra cui l'ingegnere e programmatore statunitense Richard Stallman (nato nel 1953), intende garantire la libertà di copia, di distribuzione e di variazione dei programmi informatici. 

I teorici del software libero partono dal principio generale secondo cui la condivisione del sapere è un valore supremo, del quale la privatizzazione delle opere intellettuali a fini commerciali rappresenta la violazione più marcata. Essi ritengono che il diritto d'autore, nato per salvaguardare autori e fruitori (i quali, acquistando un prodotto coperto da copyright, hanno la garanzia di acquisirne una versione originale), abbia finito con il tempo per tutelare solo gli interessi economici delle aziende produttrici e distributrici, alle quali va la maggior parte dei guadagni delle vendite. 

Propongono quindi forme alternative di tutela della proprietà intellettuale, mediante licenze che accompagnino l'opera trasmettendo i diritti del suo autore a chi ne entra in possesso successivamente.

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