La mobilità sociale

 L'articolazione della società in classi implica per gli individui la possibilità di passare da una classe sociale all'altra e quindi di mutare la propria posizione all'interno del sistema di stratificazione: tale fenomeno è definito dai sociologi mobilità sociale.

Liceo delle Scienze Umane

Questa possibilità si può configurare sia come mobilità discendente (il mutamento verso il basso, che peggiora la condizione dell'individuo), sia come mobilità ascendente (il mutamento verso l'alto, che pone l'individuo in una posizione migliore). È principalmente alla mobilità ascendente che si riferisce l'analisi sociologica. 

La mobilità ascendente è preclusa per principio nelle società divise in caste, come quella indiana, in cui la nascita “inchioda” le persone a una posizione sociale immutabile fino alla morte. Nel mondo occidentale, invece, la stratificazione coesiste con la possibilità, teoricamente illimitata, di avanzare all’interno della scala sociale, evento realizzabile nell'arco della vita individuale oppure nello spazio di più generazioni. Alcuni paesi fanno di questa possibilità un valore sociale di fondo e un elemento chiave della propria identità nazionale.

Ma esiste davvero nelle nostre società la possibilità di una mobilità sociale? 

Non è facile dare una risposta efficace a questa domanda. Innanzitutto, occorre distinguere tra mobilità assoluta, data dal numero complessivo di persone che si spostano da una posizione sociale a un'altra, e mobilità relativa, che consiste nel grado di uguaglianza delle possibilità di ciascuno di migliorare la propria posizione. Questo significa che una società ha un'alta mobilità relativa se la possibilità di spostarsi all'interno del sistema di stratificazione sociale è uguale per tutte le classi. Ed è proprio la mobilità relativa che dobbiamo prendere in considerazione se vogliamo valutare la capacità di “apertura” di una società: infatti potrebbe presentare un elevato tasso di mobilità, ma limitato a una particolare fascia della popolazione, ad esempio il mondo variegato e composito delle classi medie, senza coinvolgere gli strati più bassi. Può accadere, inoltre, che lo spostamento riguardi soltanto posizioni sociali contigue, rivelando invece percentuali modeste relative alla “mobilità a lungo raggio”.

In particolare per la mobilità tra le generazioni, occorre tenere presente che molti cambiamenti di posizione occupazionale derivano da trasformazioni più generali del sistema produttivo.

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