La povertà

 Nuove forme di povertà

La riduzione delle disuguaglianze economiche nei paesi occidentali pone in termini nuovi anche un altro tema importante: quello della povertà.

Chi sono i poveri, oggi?

Oltre quale soglia una persona o una famiglia può definirsi in condizione di povertà? L'immagine del "povero " che si affaccia alla nostra mente di fronte a domande di genere è probabilmente quella di una persona in condizioni di estrema indigenza, difficoltà a procacciarsi i beni e i servizi necessari per sopravvivere o quantomeno condurre un'esistenza umanamente dignitosa. Questa immagine rappresenta in modo delle risorse necessarie per soddisfare i bisogni umani fondamentali (cibo, vestiario, efficace quella che i sociologi chiamano povertà assoluta, definibile come la abitazione). 

Tale condizione, che costituisce tuttora una drammatica realtà in molti paesi in via di sviluppo, fino al secolo XIX era una costante anche nelle società occidentali. Tra il 1887 e il 1901 due studiosi inglesi, Charles Booth e Seebohm Rowntree, condussero separatamente due studi sulla popolazione di Londra e di York, da cui emerse che circa 1/3 degli abitanti di queste città viveva in condizioni di oggettiva povertà.


"Le nuove forme di povertà: educare ed educarsi alla responsabilità"

Tuttavia, quando si parla di povertà non si fa riferimento ai paesi industrializzati ma ad una nozione diversa, ovvero al concetto di povertà relativa, introdotto dal sociologo inglese Peter Townsend a partire dagli anni Sessanta del Novecento. 

Il concetto di povertà relativa muove dal presupposto che la condizione di vita di una persona o di una famiglia possa essere definita solo a partire dall'ambiente sociale in cui vive: in base a questa prospettiva si definisce povero chi, pur potendo soddisfare i bisogni di base, manca delle risorse per raggiungere quelle condizioni che sono abituali o prevalenti, o almeno incoraggiate, nella società di appartenenza. La soglia oltre la quale un individuo o una famiglia possono dirsi poveri (la cosiddetta linea di povertà) viene solitamente stabilita in base all 'International Standard of Poverty Line ".


Fenomenologia dei "nuovi poveri"


Il concetto di povertà relativa ci permette di identificare, nelle moderne società industrializzate, una categoria di persone che possiamo definire “nuovi poveri”: si tratta di individui o nuclei familiari che vivono in condizioni dignitose, per i quali tuttavia le opportunità e le comodità che qualificano il tenore di vita medio di una società restano un traguardo irraggiungibile

Ma chi sono questi “nuovi poveri”? Qual è la loro incidenza sul totale della popolazione? 

Se ci riferiamo al caso specifico dell’Italia, dai dati Istat relativi al 2008 risulta in condizione di povertà relativa l'11,3% delle famiglie residenti, per un totale di circa 8 milioni di persone. Questa percentuale cresce considerevolmente al Sud, dove quasi una famiglia su 4 è povera (23,8%). 

Tra i fattori più significativi associati alla condizione di povertà ci sono l'elevato numero di figli; la presenza di almeno un anziano nel nucleo familiare; la mancanza di uno dei genitori. 

Questi dati evidenziano una carenza profonda del Welfare State e l'insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia e dei suoi problemi più rilevanti. La povertà relativa ha un'alta incidenza anche presso gli anziani soli, soprattutto se donne.

Per quanto riguarda altre variabili socio-demografiche, i dati mostrano che l'incidenza della povertà è maggiore in presenza di bassi livelli di istruzione e di profili professionali non qualificati: una persona con la licenza elementare ha il quadruplo delle probabilità di essere povera rispetto a chi ha un elevato titolo di studio; il rischio di povertà, inoltre, è mediamente più alto per i lavoratori dipendenti rispetto a quelli autonomi, e per i pensionati rispetto a entrambi. 


Una condizione tipica del nostro tempo, legata a fenomeni come la precarizzazione del lavoro e le frequenti rotture dei nuclei familiari, è la cosiddetta “povertà fluttuante”, ossia il verificarsi di condizioni di disagio economico temporaneo, più o meno prolungato, dovute all’insorgenza di eventi improvvisi che peggiorano la qualità di vita degli individui. La perdita imprevista dell'occupazione, un divorzio o un abbandono da parte del partner possono esporre le persone, le donne in particolare, a situazioni di improvvisa povertà. Anche una malattia o un incidente, che rendono per un certo periodo inabili al lavoro e contemporaneamente richiedono cure costose e qualificate, possono mettere in difficoltà una persona o una famiglia che fino a quel momento aveva goduto di una relativa tranquillità economica. 




Emersione di nuove forme di povertà, più flessibilità per le risorse del Fead




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