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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

GLI INTELETTUALI DI FRONTE ALLA CULTURA DI MASSA

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 "Apocalittici" o "Integrati" Un'importante distinzione è stata introdotta da  Umberto Eco  nel 1964: quella tra apocalittici e integrati. Nel linguaggio di Eco, "apocalittici" sono quegli intellettuali per nulla disposti a venire a patti con la cultura di massa, difensori di una concezione aristocratica del sapere. L'intellettuale apocalittico disprezza le letture poco impegnate, i rotocalchi, i programmi televisivi e radiofonici, ma soprattutto non accetta l'idea che la cultura o, in generale, la conoscenza possano essere patrimonio di molti.  Per l'apocalittico la cultura di massa è "anticultura": in questo senso il suo atteggiamento di rifiuto è rivolto, a ben guardare, alla società di massa e a ciò che essa rappresenta a livello politico e/o ideologico. Per converso, gli "integrati" sono convinti che la civiltà di massa consenta un allargamento della base sociale della cultura e che produca un sapere che forse per l

Era digitale+autore

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 La cultura nell'era digitale  La nascita di nuovi strumenti di comunicazione, i cosiddetti "new media", tutti incentrati sull'uso del computer e delle sue applicazioni: Internet, posta elettronica ecc. Ciò ha aperto nuove strade per la circolazione delle idee e delle conoscenze, e per i processi di apprendimento/insegnamento a essa collegati. Inoltre, i libri in formato cartaceo, tradizionali supporti di attività come la lettura e lo studio, vengono affiancati dagli e-book, versioni digitali dei testi diffuse liberamente sulla rete o scaricabili a pagamento. Questo fenomeno ha modificato sensibilmente la pratica della lettura: il libro non è Più l'oggetto fisico che ci appartiene in maniera esclusiva, spesso personalizzato con scritte o altre modalità di utilizzo, ma uno strumento più asettico e impersonale, in cui però la perdita di valore affettivo viene compensata dall'acquisizione di nuove forme di fruizione: il testo elettronico permette infatti collegam

Cultura

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 Nuovi strumenti e nuovi assetti per la cultura  Un aspetto importante dell'industria culturale nella società di massa è la sinergia che si viene a creare tra i vari ambienti. La fotografia presta i suoi servigi alla stampa quotidiana e periodica; la pubblicità utilizza i volti dei personaggi dello spettacolo conosciuti dalla gente attraverso giornali e TV, e utilizza spesso come jingle brani musicali di successo; la radio trasmette canzoni e melodie che si possono ascoltare acquistando un CD.  Anche i generi "trapassano" da un settore all'altro: la fantascienza nasce in ambito letterario, ma presto si afferma anche nel cinema e nel fumetto; le sceneggiature dei film più famosi diventano libri da leggere (e viceversa). Questa tendenza alla commistione genera anche alcuni tentativi di contaminazione con i prodotti della cultura "alta": così le grandi opere della letteratura diventano sceneggiati televisivi, e i musicisti di estrazione rock cercano soluzioni e

Editoria+ la cultura della TV

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Editoriale Nasce una letteratura per bambini, per ragazzi, per signore ecc.; si pubblicano libri di cucina, di fotografia, di sport, guide turistiche, manuali di ricamo o di bricolage, saggi su temi di politica e di costume. Al potenziale acquirente che entra in una libreria viene proposta un'offerta sempre più ampia e differenziata di prodotti, simile a quella che caratterizza un negozio di capi di abbigliamento. Parallelamente, vengono diffuse le grandi opere della letteratura in edizione tascabile e i nuovi volumi, di dimensioni contenute ed economicamente più accessibili, vengono talora offerti come supplementi dei periodici o dei quotidiani. Anche la lettura come pratica sociale si trasforma, diventando non più un momento di incontro con un autore e con il suo mondo intellettuale, ma un piacevole passatempo che si può "consumare" anche in situazioni di totale relax. La pratica della lettura conosce però nel corso del XX secolo anche nuove strade, che non portano al l

L'INDUSTRIA CULTURALE NELLA SOCIETà DI MASSA

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 Una nuova realtà storico sociale  Il primo di questi fattori è l'ampliamento della sfera dei consumatori, per via del miglioramento delle condizioni economiche delle classi popolari e al diffondersi di stili di vita basati sul godimento e sulla fruizione di beni e prodotti diversi. La disponibilità di redditi più alti, unita allo spirito di emulazione nei confronti dei ceti socialmente più elevati, spinge fin dai primi decenni del Novecento anche fasce di popolazione fino ad allora estromesse dai circuiti del consumo culturale a riempire non solo la dispensa o il guardaroba, ma anche gli scaffali della libreria, acquistando libri, riviste, dischi e altri prodotti di questo genere. Ma l'incremento della scolarizzazione influisce sulla trasformazione dell'industria culturale anche per altre vie: -          creando lo specifico settore dell'editoria dei testi scolastici;  -          ritardando l'ingresso dei ragazzi e delle ragazze nel mondo del lavoro, contribuendo c

La musica

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  La posizione di Arthur Schopenhauer esprime in qualche modo la suggestione esercitata sugli esseri umani dal suono, generata soprattutto dalla sua impalpabilità: diversamente da una poesia o da un dipinto, un brano musicale "esiste" veramente solo durante la sua esecuzione. Proprio questo tratto della musica generò forse il desiderio di "riprodurla" mediante strumenti che ne consentissero l'ascolto anche in assenza dei suoi esecutori diretti. Schopenhauer Questo divenne possibile alla fine dell'Ottocento con l'invenzione del fonografo, un cilindro di ottone ricoperto di stagnola e percorso da un lungo solco a spirale in cui era possibile incidere i suoni, brevettato da Thomas Edison nel 1878 e perfezionato alcuni anni dopo da Summer Tainter e Chichester Bell, ma soprattutto grazie all'invenzione del grammofono, approntato da Emile Berliner nel 1888. Nel grammofono di Berliner il cilindro in ottone era stato sostituito da un disco di gommalacca, men

il cinema + industria cinematografica

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  La parola "cinematografia" significa letteralmente "scrittura del movimento" (dal greco kinema o kfnesis, "movimento", e grafé o graffa, "scrittura"). In effetti, se ci pensate, giornali, libri, illustrazioni e fotografie "abitano", al di là delle loro differenze, una dimensione comune, che è quella dell'"immobilità". Essi, cioè, presuppongono in chi li utilizza la capacità di fare astrazione dal movimento reale della vita per concentrarsi su un contenuto fissato una volta per sempre in parole o immagini. Sotto questo punto di vista, la nascita del cinema rappresentò una decisa innovazione.  Per dirla con le parole del filosofo ungherese  Gyôrgy Lukâcs:  «nel linguaggio cinematografico la cultura ottocentesca trovò la più spinta e sfrenata dinamicità delle forme, la completa animazione dello sfondo, della natura, degli "interni", delle piante e degli animali». I fratelli  Auguste e Louis Lumière , negli anni No

La fotografia

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Negli anni Venti dell'Ottocento, lo scienziato francese Joseph Nicéphore Niépce inizia i suoi esperimenti sulla possibilità di imprimere immagini su una lastra sfruttando solo la luce, senza ricorrere a un'incisione. Da questi studi nascerà una delle invenzioni più stupefacenti della storia umana: la fotografia. In questa sede, della fotografia non ci interessa tanto l'evoluzione tecnologica, di cui   infatti non tratteremo, ma piuttosto gli effetti che l'uso di questa tecnica produsse in termini di cultura e di pratiche sociali.  La fotografia nasce inizialmente come strumento di raffigurazione di paesaggi, soprattutto urbani, e di strutture architettoniche. Con il tempo essa finisce per ritrarre anche soggetti umani. La conseguenza fu che fotografare e farsi fotografare diventano modi per realizzare altrettante modalità di vita sociale: davanti all'obiettivo sfilano intere famiglie, ma anche singoli individui di varie condizioni sociali che sperimentano per la pri

Il fumetto

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  Grazie all'intraprendenza di un direttore cli giornali statunitense, Joseph Pulitzer, intenzionato a incrementare le vendite domenicali del quotidiano "New York World", il 5 maggio 1895 un giovane disegnatore dell'Ohio,  Richard Outcault , presenta per la prima volta una serie di storielle umoristiche ambientate in un vicolo degli slums newyorkesi. Il personaggio principale dei vari racconti è The Yellow Kid, un buffo ragazzino vestito con un lungo camicione giallo, sul quale sono riportate frasi e battute relative alle vicende narrate, che solo in un secondo tempo il disegnatore affiderà ai balloons, cioè alle caratteristiche "nuvolette".   Il successo del Bambino Giallo sul " New York World ” spinge le testate concorrenti a organizzarsi, e ben presto la pratica delle sunday pages, ovvero dei supplementi a domenicali sui quali vengono pubblicate le storielle, diventa un fenomeno diffuso su molti quotidiani. In seguito, ovvero nei primi anni del secol

La stampa popolare

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  Il 3 settembre 1833, a New York, una nuova presenza si aggira per le strade della città. Sono gli "strilloni", ragazzetti incaricati di vendere ai passanti il "New York Sun", edito da Benjamin Henry Day. Il prezzo modico e lo slogan accattivante con cui il giornale si presenta, «it shines for all» mostrano la chiara volontà dell'editore di raggiungere il pubblico più ampio possibile Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione culturale. New York Sun (1833-1950) Il 'New York Sun" si distingueva dalle pubblicazioni fino ad allora esistenti non solo per la modalità di distribuzione e per il prezzo ridotto, ma anche e soprattutto per i contenuti proposti: articoli di cronaca locale, resoconti di delitti e di eventi scandalistici, notizie sensazionali: tutti questi ingredienti, se sconcertavano i tradizionali lettori di quotidiani, allettavano invece una nuova fascia di utenti, composta da persone che nel foglio di giornale cercavano un semplice mezzo

Dai manoscritti medievali alle "gazzette" del settecento

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  Tuttavia, è solo con l'invenzione della stampa che si apre una nuova era: la stampa a caratteri mobili, ovvero diversamente componibili, tradizionalmente fatta risalire al  tedesco Johann Gutenberg, standardizza la tecnica di riproduzione della parola scritta, inaugurando una nuova modalità di realizzazione dei libri e, quindi, un'epoca di maggiore circolazione dei contenuti culturali all'interno della società. Il nascere della pagina stampata ha infatti permesso di pubblicare più rapidamente e in quantità maggiore testi di qualsiasi natura, avvicinando così alla lettura fasce sempre più ampie di popolazione.  Johann Gutenberg  Parallelamente a questa rivoluzione tecnologica, se ne verifica un'altra di carattere teorico-simbolico, e cioè il parziale mutamento del significato del "libro", che da testo specialistico, spesso destinato a una cerchia ristretta di intenditori, gli scritti dei filosofi antichi e medievali. Per questa via, il rapporto tra scrittore

LA NASCITA DELL' INDUSTRIA CULTURALE

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  Con l'espressione industria culturale si indica il complesso dei soggetti e delle attività economiche che, nella società industriale avanzata, si occupano della produzione e della distribuzione di beni e servizi culturali. L'industria culturale copre dunque ambiti della vita sociale che appartengono alla nostra percezione abituale della realtà e con i quali, grazie a determinate esperienze di consumo, veniamo frequentemente in contatto: il mondo dell'editoria, le case discografiche, l'industria cinematografica, i mezzi di comunicazione di massa. Parole come "industria" e "cultura" ricorrono con una certa frequenza nei nostri discorsi, e con un significato tutto sommato piuttosto definito:      -      quando parliamo di 'industria" abbiamo in mente il complesso delle attività produttive che        trasformano le materie prime in merci di consumo. Si tratta di un fenomeno che, a partire dal XVIII secolo circa, avviene grazie all'investim